Riceviamo e pubblichiamo dal capogruppo di Imperia Rinasce Ivan Bracco:
"Aridatece Claudio Scajola. Oggi abbiamo ascoltato le dichiarazioni del suo gemello, quello che ricorda la nostra tradizione industriale, e che è consapevole del fatto che Imperia non possa vivere solo di turismo. Il vero Claudio con questo dualismo, unico a creare ricchezza nei decenni precedenti, ha sempre convissuto a fatica, ed è con questa sua diversa idea di città che lottiamo in consiglio comunale.
In quasi quarant’anni di regno, dello Scajola II, mai si è concretizzata la creazione di un’area industriale che consentisse alla nostra città di rendere appetibile la permanenza di marchi come Sasso o Agnesi, tuttora presenti sul mercato, ma prodotti altrove. E con loro, la forza lavoro andata persa nel tempo.
Vorremmo ricordare all’originale Scajola le concessioni tolte alla cantieristica, con altro riguardo rispetto ai balneari, che sembrano oggi meno indispensabili di ieri, con buona pace dell’assessore Oneglio e dei suoi investimenti. Anche il gemello non manca di generosità, quella sperimentata dal fratello con il povero Maiolino. Si preoccupa dei nuovi traffici di Vado e della Carcare Predosa come un vero politico universalista. Perché bisogna pensare in grande, e l’Armo Cantarana, con ricadute dirette su Imperia e Provincia, è argomento da parlanti ignoranti. Il porto commerciale di Oneglia, boicottato in tutti i modi, motivo di spavento.
Ricordiamo la dichiarazione del nostro Claudio circa la paura di transitare in via Schiva. Non so voi, ma noi siamo sopravvissuti per decenni in compagnia dei dipendenti del pastificio e del porto che la percorrevano ogni giorno. La furbizia non le manca caro sindaco, ma si sta scontrando con la realtà, con l’assoluta incapacità della città di produrre reddito, come certificato dal Sole 24 Ore. E ricorre ad ogni arma di distrazione di massa. Il tentativo di ricondurre ogni nostra iniziativa ad uno scontro personale con il capogruppo Bracco fa parte di questa malcelata strategia, perché è meglio parlare dei garage allagati in zona San Lazzaro, riportandoli a un’inchiesta di cui parlano chiaramente gli atti giudiziari, e scadendo nel ridicolo, che affrontare il fallimento di una visione di città, tanto perfetta quanto chiusa come il teatro Cavour. Non bastano né il sole sul quale, grazie al cielo, le è interdetto intervenire, né le varie assunzioni dirette di giovani e meno giovani negli enti pubblici. Senza l’iniziativa privata si chiude, se lo faccia scrivere da quelli hanno a cuore sia i lavoratori sia quelli che il lavoro lo procurano, grazie al loro ingegno.
Apprendiamo che dovrebbero arrivare i soldi per l’Aurelia Bis, gran bella notizia se conoscessimo il tracciato. La paura di condividere le informazioni con la cittadinanza deriva, probabilmente, dalla possibilità di perdere le risorse qualora il percorso non fosse gradito. Le sembra normale, sindaco di tutti? Sulla porta del Comune e della Provincia non vediamo scritto Scajola S.p.a., per il momento, e qualora volesse intraprendere la professione imprenditoriale, abbandonando quella politica, saremmo ben lieti della notizia. Lo faccia però con le sue risorse, non con quelle della collettività, tra le quali le nostre come da sempre accade.
La ricordiamo, durante le elezioni, con il copricapo della comunità araba. Speravamo che tanta disinteressata vicinanza la conducesse ad autorizzare l’esposizione della bandiera della pace, a Palazzo civico, quale atto di vicinanza a due popoli, quello israeliano e quello palestinese, martoriati da una guerra ingiusta e affidata agli estremismi più ciechi. Così non è stato, sappiamo volare alto solo quando si parla di cemento e di quattrini. Buona acqua pubblica e buona sanità signor sindaco e affettuosi saluti al suo gemello".