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Politica | 20 dicembre 2023, 19:34

Cervo dice “no” al Cpr all’ex caserma Camandone di Diano Castello

Adesione e sostegno all’iniziativa del comitato sorto nel golfo dianese per salvaguardare il turismo

Cervo dice “no” al Cpr all’ex caserma Camandone di Diano Castello

Cervo aderisce e sostiene l’iniziativa del comitato “No al Cpr nel golfo dianese”. Lo ha fatto con un apposita delibera votata in consiglio comunale. Fanno parte del Comitato, oltre al consigliere Drappero, anche i consiglieri del Comune di Diano Marina, Parrella e Bellacicco.

Tra le azioni concrete del Comitato vi è stata quella di proporre la presente deliberazione ai Consigli Comunali dei Comuni del Golfo; una seconda azione è stata quella della raccolta firme in tutti i Comuni di un apposito modulo che verrà depositato presso gli uffici comunali, ed infine, un’ulteriore azione è stata quella che ha deciso il Comitato di presentare un documento da presentare mediante una delegazione di sindaci, consiglieri comunali e rappresentanti di categoria per essere ricevuti dal ministro Piantedosi e ai parlamentari della Provincia, ma anche della Regione, Rixi e Berrino, nonché il governatore Toti per affiancare le ragioni del Comitato contro la scelta del Ministro in merito a questo centro.

Il sindaco Lina Cha ha spiegato che “la decisione deriva dal fatto che questo centro dell’ex caserma è stato lasciato incustodito o perlomeno privo di programmazione, in quanto non si è avuta una visione generale e pertanto invita tutti ad abbandonare una visione campanilistica”.

Il consigliere Mino Vernazza ha evidenziato che “il problema non riguarda solo la localizzazione del Cpr, ma lo strumento con cui viene affrontato il problema dell’accoglienza, ritenendo che in tal modo non si risolve il problema dell’immigrazione che è molto più complesso e non risolvibile mediante i Cpr”.

Tesi che il sindaco ha condiviso pienamente: “Centri come questi non possono che fomentare la violenza e non aiutano certo a risolvere i problemi degli immigrati che invece dovrebbero essere accolti dopo il lungo percorso e le difficoltà che incontrano per arrivare nei nostri paesi, che invece dovrebbero essere tenuti in tali centri”. Nella discussione è intervenuto anche il consigliere Drappero che non condivide la politica dei flussi migratori: “Sono persone che non sono in grado di sostenere se stessi nel nostro Paese, senza documenti, ma in grado di pagarsi il viaggio sino al nostro Paese, chiedendosi come sia possibile che succedano tali situazioni solo in Italia e non ad esempio in Francia o altri posti”. 

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