Rosaria Costa, la vedova di Vito Schifani, agente di scorta di Giovanni Falcone rimasto ucciso il 23 maggio 1992 nella strage di Capaci, si racconta nell’autobiografia “La mafia non deve fermarvi”, presentata ieri pomeriggio nella sala del convento delle suore clarisse al Parasio.
“È la storia di un riscatto, di una rinascita: questa donna è riuscita a non farsi sconfiggere dal dolore, dall’odio, dal desiderio di vendetta e ha ricostruito la propria vita con grande coraggio, seguendo la fede e il desiderio di vita”, spiega Maura Orengo, referente di Libera per il Ponente ligure.
L'INTERVISTA
Una sala gremita di persone ha ascoltato la storia di vita di Rosaria Costa, una storia di rinascita dopo il dolore per la morte del marito ucciso dalla mafia, che l’ha portata a lasciare, con il figlio piccolo, Palermo città che “è morta quel giorno, quando ha perso la propria dignità”.
Si è risposata, si è ricostruita una famiglia, ma non ha perdonato: “I mafiosi sono vigliacchi, non vedranno mai Dio. Chi dovrei perdonare? Nessuno si è mai scusato, il perdono non esiste perché nessuno si è inginocchiato”.
Costa porta la propria testimonianza nelle scuole e ricorda Maura Orengo: “Si deve parlare con i ragazzi, ma anche con gli adulti, che devono capire che la mafia fa del male e lo fa anche nel Nord dove c’è denaro, è successo in Liguria dove i Iiguri non hanno detto no.
Io spero che questa sera ci sia stata una forte presa di coscienza della violenza mafiosa, non possiamo pensare che perché non ci sono più esplosioni non ci sia più niente di cui aver paura. La mafia ancora oggi è violenta, distrugge la società, la nostra serenità, basti pensare al mercato della droga e ai giovani usati per lo spaccio.
È un messaggio forte, per la Palermo di allora e per tutti i paesi dove la mafia si sta infiltrando”.
La presentazione è stata organizzata dal presidio Rita Atria di Libera Imperia, presenti le autorità civili e militari.