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Attualità | 13 ottobre 2023, 07:11

Appunti di storia, negli studi ebraici le vicende di Oneglia come centro di interessi giudaici

Il Ponente teatro di attività ebraiche fin dai tempi di Giulio Cesare

Appunti di storia, negli studi ebraici le vicende di Oneglia come centro di interessi giudaici

Negli studi ebraici si riportano le vicende di Oneglia come centro di interessi giudaici, che, al pari di Genova e del resto della Liguria, ebbe contatti privilegiati con i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, con particolare riferimento alle frequentazioni di ebrei magrebini e andalusi, che, dopo la diaspora del XVº secolo iniziata dalla Spagna, trovarono rifugio nella Francia meridionale e nella Liguria occidentale, oltre che presso la comunità ebraicomarocchina di Genova, lì stabilità da tempo.

Questa comunità, legata alle altre comunità ebraicomarocchine, contribuirono ad ampliare i commerci nel Mediterraneo. La città di Safi, sulla costa atlantica del Marocco, capofila dei traffici genovesi, era una rilevante base genovese e ligure e costituiva una porta aperta anche per gli interessi portoghesi e spagnoli, che da Genova e dalla Liguria ottenevano pure prestiti e benefici.

La nutrita presenza ebraica e berbero ebraica del Marocco, risalente ad epoche precedenti le conquiste puniche e romane, rappresentava un ponte tra mondi diversi e la Liguria interpretava al riguardo un ruolo di prima grandezza. Del Marocco conserviamo, inoltre, le preziose osservazioni dello scrittore onegliese Edmondo De Amicis, che, dopo l'Unita' d'Italia, fece parte di una missione diplomatica in quel Paese.

L'arco di territorio da Nizza ad Oneglia, passando per Sanremo, e oltre fino ad Albenga, Noli e Savona, ed ovviamente Genova, era teatro di attività ebraiche dai tempi di Giulio Cesare.

A Sanremo e soprattutto ad Oneglia erano presenti banchieri ebrei che erano parte viva delle iniziative locali e degli scambi mercantili. Moyse' Dina, in particolare, divenne banchiere nella Oneglia sabauda, in virtù di un privilegio in esso dal Duca di Savoia nel 1578. Egli pagava 200 scudi di introgio e un censo di 1 l'anno, procurando contatti e favori che si estendevano anche nel vicino genovesato, da Porto Maurizio a Ventimiglia e nel Dianese e aldilà di Capo Mele. 

Pierluigi Casalino

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