"Realizzare, nel centro città, un punto di accoglienza diffusa nell’ex Ferrotel, dove al massimo ci possono stare 25-30 persone, non è la risposta ottimale, soprattutto in quella zona dove a breve dovrebbe essere realizzato il Palazzo della salute. Non mi sembra il posto più adatto" - dice l'ex sindaco di Ventimiglia e attuale consigliere comunale di minoranza Gaetano Scullino commentando una delle varie ipotesi, la più accreditata, già annunciata dal prefetto di Imperia Valerio Massimo Romeo: un secondo Pad, punto di accoglienza diffusa, nell’ex Ferrotel in piazza Cesare Battisti.
“Le persone vivono sotto i ponti, in spiaggia, in stazione, davanti al cimitero, nei giardini, sotto il cavalcavia, lungo via Tenda e sicuramente non è una buona accoglienza quella che continuiamo a dare. I cittadini continuano a lamentarsi, è, perciò, necessario un centro di accoglienza e di identificazione o di transito fuori città" - sottolinea Scullino - "Non sono d’accordo per un Cpr a Ventimiglia perché significherebbe avere una prigione, dove da tutta la Liguria trasferirebbero le persone che hanno commesso dei reati o sono senza documenti, come facevamo noi con il Cpr di Torino”.
“Quando ero sindaco avevo già proposto al prefetto Nanei di organizzare per Ventimiglia un centro di accoglienza e identificazione fuori città per dare una risposta al flusso migratorio che non si può fermare. Avevamo anche trovato un posto: il rio Sorba, tra Mortola e Grimaldi. Avevo chiesto di organizzare un trasporto dalla stazione ferroviaria per portare i migranti, una volta giunti in città, direttamente al centro di accoglienza" - fa sapere Scullino - “Era una proposta per dare una risposta umanitaria all'aumento degli arrivi. Di Muro su questo non era d’accordo e così mi ha fatto togliere dalla maggioranza dalla Lega e insieme al Pd, che stranamente ha fatto un’alleanza con la Lega, hanno fatto sciogliere un consiglio comunale per far tornare nuovamente al potere chi era contro il centro di accoglienza e che oggi, addirittura, chiede una prigione, una galera, per i migranti”.