Sono iniziati questa mattina i rilievi e le perizie nell’area interessata il 27 agosto scorso dall’esplosione che ha completamente distrutto una palazzina nel centro di Soldano. La deflagrazione è partita dall’appartamento in quel momento occupato da tre persone: Luis Lesser (26 anni), Jonathan Fortunato (37 anni, figlio del proprietario) e Jean-Cristophe Perez, quest’ultimo (25 anni) morto dopo nove giorni di ricovero in ospedale. Gli altri due hanno riportato gravi ustioni su tutto il corpo.
Il primo sopralluogo all’interno della zona “rossa” ha visto protagonisti questa mattina i Vigili del Fuoco, i Carabinieri, il Comune di Soldano rappresentato dal vice sindaco Antonio Fimmanò, e tecnici e periti incaricati dai legali di tutti i coinvolti nella vicenda. Una vicenda sulla quale occorrerà fare la massima chiarezza per stabilire con precisione la dinamica dell’esplosione e le eventuali responsabilità. Ricordiamo che è stato aperto un fascicolo per disastro, lesioni e omicidio colposo nei confronti di Ange Fortunato, 67 anni, residente a Roquefort La Bedoule, proprietario dell’appartamento, difeso dall’avvocato sanremese Luca Fucini. Tra le persone offese (in totale sono 21) anche i familiari della vittima e di Luis Lesser, gli inquilini e i proprietari degli alloggi del palazzo esploso (completamente inagibile e con ordinanza di messa in sicurezza) e di quello vicino. L’intera zona è inagibile dal giorno dell’esplosione.
Durante i rilievi sono state visionate le foto scattate quel giorno dai Vigili del Fuoco ed è stato utilizzato anche un drone, utile per catturare da vicino immagini altrimenti impossibili da realizzare. La palazzina, infatti, è considerata a rischio crollo e l’ingresso all’interno della struttura potrebbe essere operazione pericolosa. Una volta catalogate tutte le immagini, ai tecnici spetterà il compito di risalire alle cause dell’esplosione che, al momento, è imputabile a una fuga di gas della quale, però, occorrerà stabilire le cause. È stato un malfunzionamento? Un guasto? Un problema nell’impianto o alla caldaia?
Intanto il paese fa ancora i conti con una zona “rossa” che incide non poco nella vita quotidiana. L’area è interamente sotto sequestro e dichiarata inagibile. La viabilità è stata deviata con un bypass che, però, non consente il transito ai mezzi pesanti, circostanza a dir poco complessa per chi tutti i giorni vive o lavora in zona. E, stando a quanto trapela, pare che la situazione sia destinata a non migliorare ancora per alcuni mesi.
Il nodo della messa in sicurezza, infatti, è tra i più spinosi. Il Comune ha emesso un’ordinanza nei confronti dei proprietari e, nel caso (come pare) i lavori non venissero eseguiti nel giro di qualche tempo, sarà proprio l’amministrazione a dover intervenire. In tutto questo, lo ricordiamo, c’è da fare luce sulla morte di un 25enne sul ferimento di altre due persone.
“Stiamo cercando di capire come muoverci - ha commentato a margine del sopralluogo il vice sindaco Antonio Fimmanò - le parti si sono confrontate con gli ingegneri e si cerca di capire come agire. Per noi è fondamentale poter entrare per mettere in sicurezza lo stabile”.