Pubblico delle grandi occasioni, presenza delle massime autorità provinciali e regionali, tanti agenti di Polizia e moltissimi giovani, questo pomeriggio al Teatro del Casinò di Sanremo per l’appuntamento con Vittorio Rizzi, vice Capo Vicario della Polizia, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza con Funzioni Vicarie che ha presentato ai ‘Martedì letterari’ il saggio ‘Investigare 5.0’, curato con la prof.ssa Anna Maria Giannini.
All’appuntamento con il Prefetto Rizzi c’erano: il già procuratore capo e saggista Gian Carlo Caselli, il Procuratore Capo di Imperia Alberto Lari e il prof. Mauro Grondona. Con loro anche il Prefetto di Imperia Valerio Massimo Romeo, il Questore Giuseppe Felice Peritore, le massime cariche dirigenziali della Polizia in provincia e la rappresentanza delle altre forze dell’ordine. Presente anche il Presidente della Provincia Claudio Scajola, il Vescovo della Diocesi Mons. Antonio Suetta, il vice Sindaco di Sanremo Costanza Pireri, il vice Presidente della Regione Alessandro Piana e i Consiglieri regionali Veronica Russo e Chiara Cerri.
“Non parliamo di letteratura - ha detto il Prefetto Rizzi - ma di criminologia e criminalistica, la prima la storia e lo studio del reo e del reato mentre la seconda è il mestiere delle forze di polizia, con la ricerca delle tracce e l’identificazione del reo. L’incontro di oggi vede affrontare un viaggio volto a scoprire quello che le nuove tecnologie mettono in campo, sia da parte della criminalità che se ne avvale ampiamente e, dall’altro le forze di polizia che usano le più avanzate tecniche forense per contrastare il crimine e i rei”.
Una particolare novità riguarda l’attenzione verso la vittima: “Il manuale è dedicato alle vittime che non hanno avuto giustizia. La criminologia ha sempre messo ai margini la vittima e, soltanto in tempi recenti con una direttiva europea, la vittima ha riconquistato lo spazio di centralità che merita. Non solo perché potenziale preda del criminale ma come portatrice di un dolore. Il libro offre uno spaccato in merito, in campo di criminologia umanistica”.
E’ un messaggio anche per i giovani? “Si, anche per conoscere la vera criminologia e criminalistica. Siamo abituati alla spettacolarizzazione delle storie criminali e, invece, parliamo di scienza applicata all’investigazione. Speriamo di appassionare i giovani a quello che, secondo me, è il mestiere più bello del mondo”.
Ieri la visita del Ministro Piantedosi in provincia. Si è parlato di immigrazione, lei cosa ne pensa: “Ha detto tutto. Le forze di polizia mettono in campo le loro migliori risorse e il Ministro si è complimentato con il lavoro svolto e non c’è nulla da aggiungere”.
Il pubblico è abituato alla spettacolarizzazione della criminologia. Cosa c’è di vero in quanto vediamo in televisione e come è cambiato il lavoro degli investigatori: “Per quanto ci sia una grande spettacolarizzazione nella trasposizione mediatica, la realtà offre di più e molte emozioni. Le scienze sono in grado di fare meraviglie e la racconteremo”.