L’interrogazione presentata da Giuseppe Gandolfo mette l’amministrazione comunale di Pontedassio di fronte alle proprie responsabilità. E lo fa in un momento critico per tutta la provincia, quello della crisi idrica che ha tormentato tutti o quasi tutti i paesini dell’entroterra.
Gandolfo, consigliere di minoranza per la lista “Pontedassio viva”, nel suo esposto fornisce un attento e preciso elenco dei problemi verificatisi recentemente nel territorio comunale e, in particolar modo, nelle frazioni che più di altri hanno sofferto la sete. “Si è passati da una situazione di urgenza – contesta Gandolfo – a una di emergenza che ha visto circa 800 persone senz’acqua”.
E, come ricorda l’esponente di minoranza, le conseguenze sono precisate nella Carta dei servizi del gestore Rivieracqua, deliberata tramite l’Ato idrico provinciale del 2017. “Quella carta risulta disattesa nei principi fondamentali, negli standard qualitativi per l’informazione agli utenti – afferma nell’interrogazione – rendendo necessaria un’azione di indennizzo automatico proprio in relazione al ritardo nelle prestazioni di pronto intervento”.
Gandolfo si riferisce alla mancanza di interventi urgenti soprattutto nella frazione di Villa Viani ma pure a Bestagno e Villa Guardia dove i rubinetti rimanevano a secco anche per 72 ore dalle prime segnalazioni del 18 settembre. Poi si è verificato un secondo guasto con un getto a pressione elevata a bordo strada che, dopo un’intera notte, veniva riparato la mattina seguente quando in serata si evidenziava un altro guasto riparato con intervento notturno. Soltanto la mattina del 20 settembre l’acqua fluiva normalmente negli impianti di Villa Viani.
“Sono evidenti le mancanze di Rivieracqua – ribadisce Gandolfo – Non ha bloccato in tempi brevi la perdita sulla strada, non dimostra una gestione per rispondere alle richieste di intervento e non ha comunicato l’interruzione del servizio”. Ma l’esame del consigliere di minoranza vuole essere un giudice attento e imparziale.
“L’amministrazione comunale ha pure le sue pecche, non ha utilizzato i canali di comunicazione ufficiali servendosi, invece, dei social delle Pro Loco privi della garanzia di raggiungere tutti gli utenti e senza richiedere l’intervento della Protezione Civile per rifornire chi non era autonomo”, conclude.