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Politica | 22 luglio 2023, 18:31

Il lupo e i danni agli allevatori in provincia di Imperia, Berrino “Animali in eccesso, diamo la possibilità di sparare”

Il lupo, la convivenza con l’uomo e i danni agli allevatori come gestire una situazione fuori controllo in provincia di Imperia?

Il lupo e i danni agli allevatori in provincia di Imperia, Berrino “Animali in eccesso, diamo la possibilità di sparare”

Il lupo, la convivenza con l’uomo e i danni agli allevatori come gestire una situazione fuori controllo in provincia di Imperia? È questo il difficile interrogativo che ha tenuto banco a Triora nel convegno “Il lupo e la strega”. 

Una tavola rotonda per fare il punto sulla presenza del predatore. Il dato, avvistamenti spesso vicini alle case e attacchi ai pascoli sempre più frequenti. Per ragionare sul tema lupo è intervenuto come moderatore il prof. Giuseppe Quaranta, del dipartimento di Scienze Veterinarie dell'Università degli Studi di Torino. Lato istituzioni erano presenti: il sindaco di Triora Massimo Di Fazio, il presidente del parco delle Alpi Liguri Alessandro Alessandri, il senatore Gianni Berrino, l’assessore regionale Marco Scajola. Ospiti del confronto: Sylvain Grieumard, in rappresentanza dell' Office National des Forêts francese, la dott.ssa Eva Podeschi direttore Sanità Animale Asl1 Imperia, i rappresentanti dei Carabinieri Forestali e del Nucleo di vigilanza faunistico-ambientale di Regione Liguria.

Le interviste


 

Numerosa la presenza in sala di associazioni di categoria e soprattutto allevatori, la parte più interessata quando si parla di lupi. “Bisogna cercare di capire cosa fare. - taglia corto Di Fazio - Si avvistano fino al mare, mi riferisco a Taggia. I nostri cittadini sono preoccupati. Così come gli allevatori che hanno attacchi quasi ogni giorno. Loro usano prevenzioni ma purtroppo non si riesce a contenere il numero di lupi sul territorio in provincia di Imperia. La presenza del predatore è notevole”. 

I numeri 

Il monitoraggio è costante ma complesso. Oggi si stima che in Liguria ci siano tra i 250 e i 480 lupi, un numero in aumento. 

“I lupi in Italia sono circa 3000 dal Lazio all’Abruzzo e salendo verso il nord. Vivono in zone collinari e montuose. Sono animali che in generale cercano di stare lontani dall’uomo e vivono ai confini con noi. - ha sottolineato il prof. Quaranta - Un lupo arriva in linea di principio a massimo 30 metri dall’uomo. Man mano che La distanza si accorcia il lupo scappa a meno che non sia messo all’angolo. Durante il Covid eravamo tutti chiusi in casa e quindi gli animali selvatici si sono riappropriati del territorio. Il lupo essendo predatore ha seguito le prede e per questo probabilmente gli avvistamenti sono aumentati”. 

Lupo, in Italia e Francia 

Oggi il lupo in Italia è tutelato. Non può essere ucciso. Eppure gli abbattimenti non mancano. In provincia di Imperia uno degli ultimi casi è stato a Ceriana a inizio anno, con l’animale morto a causa di una esca avvelenata. Nella vicina Francia è diverso gli abbattimenti sono consentiti per contenere la popolazione dei lupi e vengono coinvolti anche gli allevatori. Su questo l’Italia è in ritardo, a causa di una situazione di impasse sull’iter di approvazione di un piano nazionale che dia gli strumenti per quantificare la popolazione dei lupi e regole precise su come gestire la compresenza dell'animale con l’uomo. 

"...dando la possibilità di sparare dove ci sono lupi in eccesso"

 

 

“Nei secoli i nostri avi hanno sempre visto il lupo come antagonista, non solo gli allevatori. Se vogliamo vivere e lavorare nell’entroterra dobbiamo rendere possibile la vita degli allevatori e il lupo è un pericolo. Le due vite sono difficilmente coniugabili. - ha analizzato il senatore Berrino - La politica deve far conto dei dati scientifici. Io sono uno di quelli che sta cercando una soluzione per contenere il lupo. Dobbiamo sapere i rischi che si corrono e stabilire i giusti sostegni da dare agli allevatori per rendere economicamente favorevole la denuncia di perdita di un capo. Dobbiamo fare un bilanciamento degli interessi: tra una natura che sia difesa dagli allevatori e una natura che sia a uso turistico. In che modo? Con il piano nazionale, con deroghe, dando la possibilità di sparare dove ci sono lupi in eccesso. Noi dobbiamo dare delle regole agli uomini affinché non debbano compiere reati. Con il piano si potrà vivere in pace tra allevatori e chi vuole vivere nei boschi e si finirà con la univoca narrazione del lupo bravo”. 

"...sembra che l’uomo stia diventando il problema". 

 

 

Una linea condivisa anche dall'assessore regionale Scajola: “In Italia c’è molta incoerenza su questo tema. Parliamo di vivere il territorio e diamo milioni di euro per il paesaggio e poi colpiamo gli allevatori. Ci vuole buonsenso non possiamo lasciarli soli e la Regione da sola non basta ad aiutarli. Ci va equilibrio tra chi vuole lavorare e una natura che va tutelata. Bisogna mettere nelle condizioni gli allevatori di lavorare. Allora mettiamoci nella condizione che se tu mi attacchi io mi difendo. Chiamiamo le cose con il loro nome. Altrimenti sembra che l’uomo stia diventando il problema. L’uomo non è un colpevole. Non dobbiamo sradicare la presenza dell’essere umano dal territorio”. 

Chiedere aiuto alla Francia per il monitoraggio

 

 

Moderata la posizione di Alessandri: "Il lupo è un argomento controverso. C’è chi vorrebbe la criminalizzazione e chi la santificazione. L’unico modo è capire come si possa gestire questa situazione. Purtroppo quello che ci impedisce questa gestione è la normativa nazionale. La legge della tutela della fauna è del '92 e il mondo è cambiato da allora. Non c’è un approccio scientifico e pragmatico su questo animale ma ideologico. Noi lo vogliamo questo approccio. Speriamo che possa esserci un monitoraggio più dettagliato sul lupo. In Francia sono più bravi di noi sul monitoraggio. Quindi potremmo chiedere aiuto anche a loro per capire come si possa intervenire". 

Stefano Michero

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