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Attualità | 19 luglio 2023, 22:24

'Germogli di legalità' a Camporosso, Caselli: "Bisogna conoscere la mafia nella sua totalità per sconfiggerla" (Foto e video)

Incontro pubblico, cena della legalità e concerto per chitarra e voce con Fabrizio Barbera e Alberto Cecchini al centro Falcone a Bigauda in occasione del trentunesimo anniversario della strage di via D’Amelio

'Germogli di legalità' a Camporosso, Caselli: "Bisogna conoscere la mafia nella sua totalità per sconfiggerla" (Foto e video)

Camporosso ha ospitato, in serata, “Germogli di legalità", un incontro pubblico con il presidente di Libera Giancarlo Caselli, volto simbolo dell’antimafia, già procuratore a Palermo e Torino, Laura Romeo, referente di Libera Piemonte, Alberto Lari, procuratore di Imperia, e il questore Giuseppe Felice Peritore. All'evento, che si è svolto nella Sala Tigli del centro Falcone a Bigauda, erano presenti tra il pubblico, oltre al sindaco di Camporosso Davide Gibelli e alla sua Amministrazione, anche molte autorità civili e militari locali, provinciali e regionali, come il prefetto di Imperia Valerio Massimo Romeo, i consiglieri regionali Enrico Ioculano e Mabel Riolfo, che è anche componente della VI commissione antimafia di Regione Liguria, l'Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati e le associazioni del territorio.

"Bisogna conoscere la mafia senza superficialità per poterla sconfiggere" - ha dichiarato il presidente di Libera Giancarlo Caselli - "Sono gangster ma non sono solo questo. Se fossero solo questo non saremmo qui a parlarne dopo circa duecento anni di esistenza. Sono anche qualcos'altro e questo qualcos'altro è l'architrave del loro potere: coperture, complicità, corruzione. Finché non si avrà presente questa realtà nella sua totalità e non se ne trarranno gli effetti conseguenti, cioè lottare non solo contro la mafia militare ma anche contro quella oscena, quella che non si vede, avremo combattuto solo una mafia a metà. Pensare di fare a meno del concorso esterno in associazione mafiosa, che è l'unico strumento conosciuto per poter affrontare la zona grigia, è semplicemente incomprensibile. Bisogna fare fronte comune contro la mafia".

"Nell'estate del '92 avevo 51 anni e due figli, uno di 17 e uno di 22. Era il nostro 25esimo anno di matrimonio e il regalo che mio marito mi ha fatto è stata la domanda per andare a Palermo. Non è stato facile accettare che tuo marito scegliesse di andare a mettere la testa in bocca a un leone però i nostri figli ed io abbiamo accettato questa decisione. Sono stati anni intensi e difficili" - ha raccontato Laura Romeo, referente di Libera Piemonte - "Se si crede in qualcosa e dipende da te si può fare, anche quando le cose sono difficili".

“Ho iniziato la mia carriera nel ‘92 e facevo il giudice, sono andato a Marsala come mio primo incarico. Ho fatto nove anni il giudice tra Marsala e Asti e poi ho fatto il pubblico ministero” - ha detto Alberto Lari, procuratore di Imperia - “Oggi Caselli ha raccontato la storia di diverse persone: sé stesso, Borsellino, Falcone, che ha fatto il giudice istruttore e il Pm, e mi è venuta una riflessione. Sono tutte persone che nella loro carriera in magistratura hanno fatto sia il giudicante che il pubblico ministero e, quindi, siamo proprio sicuri che il problema della magistratura sia la separazione delle carriere? Inoltre, siamo sicuri che sia così importante abolire il concorso esterno dell’associazione mafiosa? Capisco che per chi vive a Camporosso o nelle città limitrofe possa essere difficile percepire quello che è effettivamente la presenza di un'associazione mafiosa a differenza mia che l'ho vissuta in prima persona, avendo vissuto per anni in Sicilia e avendo fatto per anni in Liguria indagini sulla mafia, però le iniziative come quella di oggi hanno un significato se noi facciamo testimonianze”.

“Bisogna promulgare una legge che preveda l’insegnamento obbligatorio della storia del movimento antimafia nelle scuole. È importantissima l’informazione tra i più giovani per capire quello che siamo oggi e quello che è avvenuto. Si deve evitare che la storia riaccada perché quello che è successo può accadere anche domani. Abbiamo sconfitto la mafia in Italia però nella cultura ancora alberga la mentalità mafiosa. Ci sono zone geografiche in cui c’è ancora molto da fare soprattutto sotto l’aspetto culturale e della formazione“ - ha sottolineato il questore Giuseppe Felice Peritore - “E’ importante la giornata della memoria per non dimenticare la strage avvenuta il 19 luglio o quella di Capaci, che fu un campo di battaglia. Non ci furono vittime civili per puro caso. Seppur la mafia ha subito durissimi colpi purtroppo esiste ancora, magari in altre forme meno apparenti, ciascuno di noi, perciò, deve fare la propria parte affinché il coraggio di Falcone e di Borsellino non sia stato invano“. 

Un’iniziativa organizzata da Libera in collaborazione col Progetto Legalmente del comune di Camporosso nel ricordo di Paolo Borsellino in occasione del trentunesimo anniversario della strage di via D’Amelio. "Oggi ricorre anche il trentunesimo anniversario della strage di via d’Amelio dove persero la vita Paolo Borsellino e i suoi agenti della scorta e con questa iniziativa noi vogliamo impegnarci nella ricerca della giustizia e fare in qualche modo memoria" - ha detto il sindaco di Camporosso Davide Gibelli - "Il tema dell'ascolto e del ricordo è fondamentale. Oggi per noi è una tappa fondamentale del percorso della legalità che è iniziato nel 2002".

L’incontro si inserisce in un percorso promosso da Libera e Compagnia di San Paolo nell’ambito del progetto Beni in Rete per l’accompagnamento di istituzioni e terzo settore verso il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità. Proprio in questo campo i risultati recenti, che sono stati presentati nel corso della serata, testimoniano la vitalità e le prospettive del contesto imperiese: dopo lo sgombero dello scorso autunno, per i beni confiscati al clan Pellegrino a Bordighera, si avvicina il ritorno alla collettività grazie al primo campo di volontariato e formazione, nell’ambito dell’iniziativa nazionale “E!state Liberi!”, fortemente sostenuto dal prefetto Valerio Massimo Romeo e dall'ANBSC, Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati. "Il maltolto si trasforma in bene comune, attraverso la cooperazione di Stato, Magistratura, enti locali, cooperative e associazioni. Per molti volontari storici di Libera, un sogno che si realizza e una grande soddisfazione, ma anche il primo passo, oltre quello di Vallecrosia, verso l’effettivo reimpiego di molti beni confiscati nel Ponente: queste risorse possono trasformarsi in opportunità sociali, ricreative e culturali. Una vera e propria legalità in cammino, accanto alle persone e in direzione di una maggiore giustizia sociale" - ha commentato Maura Orengo, referente provinciale di Libera.

"Voglio sottolineare due cose: l’importanza dell’iniziativa di oggi la ricorrenza del 31esimo anniversario della strage di via D’Amelio. L’incontro di oggi è un evento di lotta alla criminalità organizzata. Ringrazio i magistrati e le forze dell’ordine per il loro ruolo che dal punto di vista investigativo è importantissimo” - ha aggiunto il prefetto di Imperia Valerio Massimo Romeo - Questi momenti di riflessione sono importanti. Ringrazio per questo Libera, Spes e tutte le associazioni. Quando sono arrivato a Imperia ho incontrato la professoressa Orengo che svolge questa attività come volontaria ed è importantissimo, ci vogliono tante persone come lei non solo in questo territorio ma in tutta l’Italia. Mi parlò delle idee su come utilizzare alcuni beni confiscati dalla mafia sul nostro territorio. Mi sono chiesto, come mai i beni che vengono confiscati dalla mafia rimangono inutilizzati o addirittura, in alcuni casi, occupati? L’evento di oggi, perciò, è un segnale positivissimo ma lasciare i beni confiscati dalla criminalità organizzata a sé stessi e non utilizzarli per questioni di carattere burocratico comporta che non facciamo un servizio per la comunità perché ancora una volta diamo ai mafiosi il gusto della vittoria contro lo Stato e non possiamo sopportarlo. L’idea è di dare un segnale visivo dando il bene alla collettività”.

Libera alla fine dell'incontro ha consegnato le 'gru della pace' in cambio di una piccola donazione per sostenere le attività dell'associazione. "Racconta la storia di una bambina che dopo la Seconda guerra mondiale subì gli effetti della bomba atomica e secondo una leggenda giapponese se un bambino o una bambina realizza mille gru di carta può sconfiggere il male" - ha affermato Libera - "E' un oggetto fortemente simbolico che rappresenta la pace. E' un oggetto bellissimo e fragile ma potente perché contiene il simbolo della lotta contro il male".

In seguito, la serata è proseguita con la cena della legalità, organizzata dalla cooperativa Spes di Ventimiglia, e il concerto per chitarra e voce con Fabrizio Barbera e Alberto Cecchini. 

Elisa Colli

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