«Oggi chi fa canottaggio ad alto livello nel mondo non può non conoscere Varese».
La consapevolezza è un piccolo tesoro da custodire. Da non disperdere. Da usare come ulteriore trampolino di lancio.
Varese si sveglia l’indomani dell’ennesimo evento remiero organizzato sulle rive del suo lago. E se c’è un uomo che può dirci come e dove continuerà il giorno è Pierpaolo Frattini, direttore generale del Comitato Organizzatore e della Canottieri Varese.
«Il giorno dopo rimangono l’orgoglio e il piacere di esserci impegnati per arrivare a un obiettivo condiviso - attacca il dg - Con il lavoro di tante persone abbiamo raggiunto il risultato: evento dopo evento questa “squadra” è cresciuta e lo hanno fatto le competenze e gli standard prefissi. I puzzle da mettere insieme sono sempre tanti: in un’occasione del genere se non funziona qualcosa, significa che non funziona nulla, una virgola fuori posto rischia di far saltare il banco e il margine di errore è veramente inesistente. Nulla è quindi scontato e mai lo sarà, anche se non navighiamo più al buio».
Migliaia di atleti, altrettanti accompagnatori, un mondo che si muove e viene ogni volta a Varese per assaggiare le sue acque così perfette per questo sport: cosa si porta dietro? «Chi è già stato qui, torna sempre contento ed è prodigo di complimenti. Sono tanti quelli da custodire: dalla ragazza americana, arrivata per l’ennesima volta, che si congratula perché trova sempre qualcosa di nuovo e di meglio, al ragazzo cinese che è felice perché almeno una volta nella vita ha avuto la possibilità di gareggiare su queste acque».
Come a dire «oggi chi fa canottaggio ad alto livello nel mondo non può non conoscere Varese… E forse siamo più conosciuti all’estero che in Italia, dove non tutti sanno che Varese è una città di lago». Di certo ora lo sanno i varesini che il loro lago sa fare grandi cose: «Sì, il canottaggio è riuscito a sdoganare la Schiranna, che in passato i cittadini vedevano come un qualcosa di isolato dalla città. D’altronde era tra gli scopi dello statuto dello stesso Comitato e della stessa Canottieri non solo la promozione del canottaggio, ma anche lo sviluppo del lago».
Cosa riserva ora il futuro? Quello immediato il Festival dei Giovani (30 giugno-2 luglio), ovvero un’altra gioiosa infornata di scafi, remi ed entusiasmo, con più di 2000 atleti e 130 società coinvolte. Poi, nel 2024, un’altra tappa della Coppa del Mondo, stavolta la prima del calendario. Poi ancora solo i sogni.
Quelli di Pierpaolo Frattini sono due nello specifico. Il primo: «Che è sempre lo stesso: riuscire a organizzare un Mondiale assoluto. È una missione complicata: ci vogliono forti coperture economiche ed è “obbligatorio” avere la garanzia e l’avvallo dello Stato. Anche se non è mai scontato alzare l’asticella, spero che non rimanga tale».
E il secondo? «Far diventare la Canottieri Varese un vero college per i talenti e poter usufruire nelle vicinanze della stessa di un Centro Federale. Il terreno per farlo c’è ed è anche nostro: chissà se la Federazione ci penserà davvero».