E’ l’applauso della sala stampa del Festival di Cannes ad accogliere Marco Bellocchio e il cast di “Rapito”, film in concorso che racconta la vera storia del rapimento di Edgardo Mortara nel 1858. I soldati di Pio IX irrompono nella casa della famiglia Mortara e su ordine del cardinale vanno a prendere Edgardo, un bambino di sette anni. Secondo le dichiarazioni di una domestica, il bimbo a sei mesi era stato segretamente battezzato perché ritenuto in punto di morte.
“Io ho letto il libro – ha spiegato Bellocchio ai giornalisti - e mi sono innamorato di questa storica: da li nascono le ispirazioni e le immagini per poterla realizzare. Il momento della sceneggiatura è stato molto importante perché è stato impetuoso: c’era già tutto in questa storia per fare un film”. “Non abbiamo fatto – ha poi aggiunto - un film per andare contro il Papa, né volevo salvarlo: c’è un principio che riguarda l’intolleranza. Come se la religione avesse qualcosa di intollerante: certi dogmi devono essere rispettati, pena la fine della religione stessa”. “Questo – ha aggiunto il regista - non giustifica il Papa, ma ha prodotto una violenza estrema”.
Durante l’incontro con i giornalisti Bellocchio ha svelato poi un retroscena, cioè che il registra britannico Steve McQueen stava lavorando sullo stesso soggetto. “Cercavano – ha spiegato- gli agenti in Italia e molti attori. La cosa si è fermata perché non è stato trovato il bambino: è un film che non si può fare in una lingua che non sia italiano, latino e ebraico. Farlo in inglese avrebbe voluto dire fare un’altra pellicola”. Tra i protagonisti indiscussi di “Rapito” c’è Enea Sala, che interpreta il piccolo Edgardo Mortara. “Enea – ha sottolineato Bellocchio - mi ha stupito con il suo sguardo, con il suo dare alle parole un significato. Tanto più che lui non conosce la religione cattolica. Lui ha dato qualcosa più prezioso: la sua umanità ed angoscia. Il suo discreto dolore, così come l’enigma di certi sguardi che non capisci cosa stia pensando. Il piccolo storicamente non è mai stato maltrattato”.
Nel cast c’è Fabrizio Gifuni, che torna a Cannes dopo “Esterno notte”. Nel film del 2022, sempre diretto da Bellocchio, interpretava il protagonista Aldo Moro: è il secondo lungometraggio del regista basato sugli avvenimenti del 1978, dopo “Buongiorno, notte”. “Io sono partito dalla gioia -ha spiegato Gifuni - di fare un altro film di Marco Bellocchio. Da parte di noi interpreti non bisogna mai dimenticare il gioco, l’entrare in altre vite ed epoche. Le religione da esperienze belle e luminose, ma sembra siano quasi condannate dalla storia a diventare luoghi di intolleranza e violenza”. “E’ un personaggio che vive di poche scene, ma molto precise” ha concluso Gifuni.