Sanità - 04 maggio 2023, 21:50

Convegno sulla sanità a Ventimiglia, relatori unanimi: "Situazione allarmante, bisogna rendere il Ponente appetibile per il personale medico" (Foto e video)

Analizzata la situazione sanitaria in provincia di Imperia e avanzate alcune proposte per migliorare le criticità

"La situazione sanitaria in provincia di Imperia è allarmante, mancano i medici di medicina generale ma non solo. C'è fuga di personale medico che comprende anche infermieri, Oss e specialisti. Bisogna rendere il Ponente appetibile per il personale medico". E' stato sottolineato durante il convegno 'La sanità nella provincia di Imperia: analisi e proposte' andato in scena, oggi pomeriggio, presso la biblioteca Aprosiana a Ventimiglia. Oltre a un folto pubblico, erano presenti anche il candidato sindaco di Ventimiglia Gabriele Sismondini e il candidato sindaco di Bordighera Giuseppe Trucchi.

Durante l'incontro sono intervenuti il consigliere regionale Enrico Ioculano, il medico del Gruppo cultura politica Federazione Operaia Sanremese Giovanna Baldassarre, il direttore sanitario Ventimed Claudio Berlengiero, il medico del 118 Riccardo Perato, Alessandro Petrini di Cgil Imperia e Nico Zanchi, coordinatore territoriale per la provincia di Imperia di Cisl Fp Liguria. “E' un'occasione per fare il punto della situazione sull'esistente, aggiornarci sulla condizione delle strutture e del personale e avanzare, con professionisti ed esperti del settore, proposte per migliorare il nostro sistema sanitario. Dobbiamo difendere la nostra sanità e non c'è altro modo di farlo che avere chiara la situazione e unire le forze" - dice il consigliere regionale Pd Enrico Ioculano. 

E' stata analizzata la situazione sanitaria in provincia di Imperia e sono state avanzate alcune proposte per migliorare le criticità. "La crisi dei medici c'è in tutta l'Italia ma nella nostra provincia si sente di più. E' in una situazione allarmante. Nel decennale 2010-2020 la maggior parte dei medici è andata in pensione. E' necessario un confronto con Asl, sindaci e Regione per trovare una soluzione e, soprattutto, per rendere il territorio più appetibile affinché i medici vengano qua" - sottolinea il medico del Gruppo cultura politica Federazione Operaia Sanremese Giovanna Baldassarre - "Fare, inoltre, dei corsi di formazione per gli studenti degli ultimi anni del liceo per aiutarli a prepararsi per passare i test di medicina. Perché i comuni non possono fare borse di studio per gli studenti e per gli specializzandi? Sarebbe un modo per aiutarli nel loro percorso formativo. Lo stipendio in Liguria nell'ambito sanitario risulta essere un po' più basso rispetto ad altre regioni, perciò, se non si possono dare più soldi perché i comuni non si attivano per dare studi gratuiti ai giovani medici? Sarebbe comunque un grande aiuto per un giovane che vuole iniziare a fare il medico. Siamo una zona turistica e di conseguenza è cara per gli affitti e così abbiamo pensato che si potrebbe dare un comodato gratuito o un affitto meno caro ai medici che decidono di venire a lavorare qui. Abbiamo interloquito molto anche sulle case di comunità, dove medici operano 24 ore su 24 per far fronte alle esigenze delle persone ed evitare un sovraffollamento nei pronto soccorsi. Tra quelle già previste nella prima fase abbiamo chiesto di crearne una pure a Bordighera perché c'è una palazzina vicino al nuovo ospedale che si potrebbe usare per lo scopo, visto che, al momento, sarebbe disponibile. Si tratta solo di una piccola volontà. Queste sono le nostre proposte di buonsenso". 

"Avevamo presentato molti progetti su Bordighera, non faccio parte del gruppo di lavoro, ma so che sta partendo un progetto ibrido tra casa comunitaria e cnos. La Regione sta definendo, intanto, come sarà la casa di comunità, un progetto innovativo che ha forza propulsiva legato a Pnrr e al cambio generazionale di medici" - dichiara il direttore sanitario Ventimed Claudio Berlengiero - "E' un superamento della casa della salute. Dovrebbe essere un centro di medicina dove si sviluppa la medicina. Tutto dovrà rimanere a livello di medicina territoriale e si dovrà avere un'apertura dalle 8 alle 20. Il concetto è che un cittadino che ha bisogno di assistenza sanitaria possa trovare sempre qualcuno che possa dare una risposta. Adesso il cittadino ha bisogno di una risposta e di essere seguito nella sua cronicità. La medicina attuale che è di attesa non è più sufficiente, un paziente deve essere seguito dalla medicina generale o da un infermiere di comunità. Nella casa di comunità ci sono il medico di medicina generale, l'infermiere e lo specialista. In questo spazio il paziente dovrebbe perciò trovare la risposta alla maggior parte dei suoi problemi. Ci sarà un'offerta sanitaria adeguata che dovrebbe riguardare anche i neonati, perché dovrebbe esserci la possibilità di fare esami pure per la pediatria infantile. Anche nei paesi dell'entroterra dovrebbe esserci un'organizzazione diversa. Uno dei problemi è che la Regione declina il modello non tenendo conto delle esigenze". 

Sono state sottolineate anche le difficoltà del 118. "L'emergenza è un settore in difficoltà. Abbiamo fuga di personale anche dai pronto soccorsi, visto che la vita è dura, lo stipendio è poco enumerato e il lavoro non è molto soddisfacente. Si perde, così, continuità e capacità di gestire il territorio. Il reclutamento di medici è enorme e perciò bisogna cercare di essere attrattivi" - fa sapere il medico del 118 Riccardo Perato - "Quando si chiama il 112 o il 118 parte un iter di soccorso. La centrale operativa coordina il soccorso, cioè le ambulanze e le automediche che si recano sul posto e fanno l'intervento. La centralizzazione è la parte che ci interessa. Un ferito deve poi essere portato in ospedale che non si sceglie più in base alla vicinanza ma in base al problema che ha il paziente. Si sceglie l'ospedale più attrezzato e corretto in base al problema riscontrato. Il paziente ha bisogno di conoscenze e capacità disseminate in strutture che ormai fanno solo quello. Bisogna portare il paziente nel posto giusto e nel tempo giusto. Nella nostra Asl 1 c'è una centrale operativa, vi sono 20 ambulanze h24 da Cervo a Ventimiglia e 3 automediche. La nostra provincia ha tre ospedali: a Bordighera che è un PPI, a Imperia che è un PS e a Sanremo che è un DEA I livello. Nel distretto imperiese vi sono cinque o sei ambulanze disponibili di giorno e quattro di notte. Ora abbiamo anche la possibilità dell'utilizzo degli elisoccorsi che arrivano da Albenga o da Genova. Bordighera ha capacità di rispondere a patologie molto semplici e ha struttura diagnostica che si è limitata nel tempo e nella qualità. L'ospedale di Imperia può rispondere a più esigenze mentre quello di Sanremo ha specialità. Non abbiamo, però, un Dea di secondo livello. E' necessario avere sull'ambulanza tanta attrezzatura perché non c'è più in ospedale. Dobbiamo aumentare la qualità. Abbiamo bisogno, in particolar modo, di infrastrutture. Se l'elicottero non c'è bisogna portare il paziente in autostrada ma in un tempo favorevole. L'ospedale unico è sicuramente una possibilità per migliorare la cura. Per la nostra provincia potrebbe essere comodo e potrebbe tenere tutte le specialità. Un paziente ricoverato non dovrà più fare la spola da un ospedale all'altro".

"E' un territorio difficile da percorrere dove vi è la più alta percentuale di anziani, il più basso dato di natalità e il più alto dato di abbandono scolastico. Inoltre, vengono stipulati principalmente contratti stagionali e a tempo determinato. Non si dà futuro a persone. Si fanno contratti di sei mesi. Mai come oggi molti lavoratori nell'Asl, medici, infermieri e Oss, ci vengono a chiedere come possono fare per andare a lavorare in Francia. E' impensabile mantenere tutti gli ospedali ma una volta erano tutti indipendenti, con i tagli al personale è iniziato il declino. Manca il cambio generazionale" - afferma Alessandro Petrini di Cgil Imperia - "Come Cgil prima del Covid avevamo fatto richiesta all'Asl per assumere personale perché la media di età era 54 anni. Da lì a poco si sarebbe andato incontro a un tracollo. Su 67 medici 41 sono andati in pensione con Cgil. I concorsi li fanno troppo tardi. Ora siamo in ritardo. Bisogna valutare se è ancora necessario avere il numero chiuso per la medicina. Altro problema è che i giovani non si presentano neanche ai concorsi pubblici. Per Bordighera siamo arrivati al punto che la popolazione merita di avere un ospedale e oggi i concorsi fatti non stanno dando i frutti aspettati. Su 200 persone del comparto che avevano risposto alla fine solo 37 persone hanno accettato. Cgil, Cisl e Uil  vogliono fare richieste al governo sul rinnovo dei contratti. E' grave la situazione della sanità in Italia".

"Il governo ha installato misure generali che trovano critiche dei sindacati" - commenta Nico Zanchi, coordinatore territoriale per la provincia di Imperia di Cisl Fp Liguria - "Quattro sono i capisaldi: personale, infrastrutture, programmazione e welfare, che è un insieme di misure che devono essere attuate. Il welfare è sostenuto dalle famiglie, dai nonni che hanno aiutato i figli, e abbassando le pensioni si uccide il welfare. Per l'ospedale unico, ci preoccupa il futuro visto la mancanza di personale. Il personale non arriva, se ne va perché non trova più appagamento quindi c'è fuga di personale perché abbiamo un problema strutturale. I comuni devono essere chiari sulle loro proposte: ascoltare, mediare e lottare perché i diritti dei lavoratori devono essere tutelati".