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Attualità | 29 aprile 2023, 10:01

Il 4 maggio si posa la prima pietra della nuova Diga Foranea di Genova, Signorini “Una data storica per la città e per il Nord Italia”

Fra quattro anni i genovesi avranno una prospettiva completamente diversa e diverse e nuove attività potranno svolgersi a bordo di questa diga: questa è l’immagine concreta che i cittadini genovesi possono immaginare

Il 4 maggio si posa la prima pietra della nuova Diga Foranea di Genova, Signorini “Una data storica per la città e per il Nord Italia”

E’ nell’ontologia di una grande opera essere discussa. La portata non è solo cantieristica, dimensionale, squadernata in un’imponenza immaginata: essa è anche portatrice di nuovi asset, economie e visioni, perfino modificatrice della percezione visiva dello skyline, specie se inerisce a un grande hub quale un porto. Basta anche solo questo per dare una lettura della giornata del 4 Maggio, quando verrà posata la prima pietra della nuova Diga Foranea di Genova, opera che impegnerà 950 milioni di euro, di cui 600 del PNRR, 100 milioni dalle amministrazioni regionali e territoriali e 250 a valere sulle risorse di Autorità di Sistema Portuale tramite sottoscrizione di un mutuo con BEI (Banca europea per gli investimenti).

 “Nella storia del porto e della città di Genova- ci dice Paolo Emilio Signorini, Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale- ci sono stati tre o quattro momenti di forte cambiamento; oggi, nel Terzo Millennio, abbiamo bisogno di specchi acquei molto più grandi e di banchine lunghe, non più a pettine  affinchè il porto di Genova possa ospitare nuovi traffici ed essere competitivo”. Tuttavia, l’opera che avrà avvio il prossimo 4 maggio non riguarda solo un cambiamento tecnico del “volto” del porto, un suo efficientamento e allargamento verso mare: le ricadute economiche sono attese per l’intero sistema industriale del nord Italia, che per l’80% realizza l’import/export extra Ue per la via del mare, quindi attraverso il porto di Genova. “Ammodernare e mantenere competitivo il porto di Genova vuol dire, quindi- puntualizza Signorini- mantenere competitivi i costi di trasporto della nostra manifattura. Ecco perché l’Europa ha considerato fondamentale l’opera della Diga Foranea nel corridoio Reno-Alpi: per mantenere viva la portualità e la logistica portuale di gran parte della manifattura del Nord Italia”.

Altro nodo, i tempi di realizzazione. “Individuiamo la data fatidica del novembre 2026, quella indicata nei piani PNRR- dichiara Signorini- Rispetto a quella data, noi abbiamo completato la prima fase. con programmazione, gara e aggiudicazione; adesso la sfida è quella della cantierizzazione e della fine dei lavori nei tempi. Sono previste all’interno di questa fase tre momenti: scanno di imbasamento della diga, demolizione della diga esistente, creazione e posa dei cassoni che saranno quelli che consentiranno di creare il bastione contro il moto ondoso”.

Cambia, dunque, il volto del porto. “Il porto si prende una buona fetta della parte a mare della città - conclude Signorini - e la naturale conformazione alta dei fondali della costa permette la sfida di ampliare lo specchio acqueo; ciò vuol dire allargare la città sull’acqua. Fra quattro anni i genovesi avranno una prospettiva completamente diversa e diverse e nuove attività potranno svolgersi a bordo di questa diga: questa è l’immagine concreta che i cittadini genovesi possono immaginare. Il porto è la prima realtà produttiva della Liguria, il primo datore di lavoro, uno dei primi del Nord Italia. La nuova diga consentirà alla città di mantenere questo primato e di ottenere importanti benefici. Intorno al porto girano due attività paradigmatiche per lo sviluppo economico: pensiamo alla crociere, che sono in costante crescita da diversi anni e portano turismo e relativo indotto e pensiamo alla cantieristica, che in tempi di digitalizzazione e automazione rischia per l’occupazione della manodopera ma che, in questo caso, la aumenterà sul nostro territorio”. 

Redazione

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