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| 28 aprile 2023, 13:44

Diga in valle Argentina: sindaci si riuniscono a Taggia "No a grandi dighe", Sì a piccoli invasi?

Cambia ancora la linea sull'argomento caldo che sta interessando l'intera vallata.

Diga in valle Argentina: sindaci si riuniscono a Taggia "No a grandi dighe", Sì a piccoli invasi?

I sindaci della Valle Argentina dicono 'No a grandi dighe'. Un messaggio che però lascia intendere che invece potrebbe arrivare un 'Sì' a progetti per invasi di minore portata. Cambia ancora la linea sull'argomento caldo che sta interessando l'intera vallata. 

Ad oggi sulla carta c'è una ipotesi di costruzione di una diga sul torrente Argentina ma una progettualità concreta per vedere se l'opera sia realizzabile. Un progetto che è passato dall'essere lontano fantasma e spauracchio, a diventare qualcosa di più concreto quando il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il 15 marzo, non solo ha confermato la volontà di realizzare una diga in un punto non precisato del torrente Argentina ma ha inserito lo studio dell'opera, tra le progettualità considerate strategiche, unica in Liguria e con ben 600mila euro di fondi. 

Questi gli elementi ad oggi nelle mani dei sindaci di Taggia, Badalucco, Montalto Carpasio, Molini di Triora e Triora. L'argomento è stato al centro di un confronto durato circa un'ora in comune a Taggia con l'intento di trovare una visione comune.

Solo pochi giorni fa, da Badalucco, il sindaco Matteo Orengo aveva detto un secco 'no' alla diga tra gli applausi della piazza. Oggi la questione assume toni leggermente diversi come si evince dalla nota stampa condivisa dai rappresentanti dei Comuni. “E’ da subito emersa la volontà, di confrontarsi su un tema che sta creando allarme e preoccupazione. I timori dei cittadini coincidono con i nostri - dichiarano - Per queste ragioni il nostro messaggio unanime è un ‘no’ convinto a grandi dighe che stravolgerebbero l’equilibrio e la bellezza della valle, mettendo inoltre a rischio le nostre popolazioni".

Malumore tra i sindaci che ufficialmente si sono ritrovati con la notizia della diga ormai di dominio pubblico ma senza essere stati minimamente interpellati prima dal Ministero. “Vogliamo essere coinvolti in ogni iniziativa che interessi i nostri territori per poter portare le istanze e rappresentare le apprensioni dei nostri concittadini. Invitiamo a coinvolgere i comuni, ancor prima di avventurarsi in studi e progettazioni non condivise che rappresenterebbero solo uno spreco di denaro pubblico. - hanno affermato i primi cittadini - A breve chiederemo una riunione con gli enti coinvolti e il Ministero competente, al fine di far valere le nostre posizioni e per meglio comprendere notizie che, al momento, abbiamo appreso solo dagli organi di stampa".

La presa di posizione odierna dei sindaci segue tra le righe la stessa apertura al progetto manifestata soltanto pochi giorni fa dall'ATO idrico presieduto dal presidente della Provincia. Secondo questo ente a stretto giro arriveranno i primi incontri organizzativi insieme con l'Autorità di Bacino distrettuale dell'Appennino Settentrionale che ha ricevuto i fondi dal Ministero.

Per il momento il 'No' viene riservato a progetti di grande portata. Ci sono tuttavia più livelli di intervento che potrebbero essere presi in considerazione, senza essere esclusi a priori dalle amministrazioni. La battaglia per la questione diga coinvolge principalmente Taggia e Badalucco che rischiano di trovarsi private del torrente.

Il processo di studio e progettazione per la diga della Valle Argentina deve ancora iniziare. Bisognerà vedere se la questione non provocherà nuove rivolte popolari, in memoria di quanto vissuto dalla popolazione badalucchese nel 1963, quando le proteste, anche sull'onda emotiva della tragedia del Vajont, riuscirono a bloccare la costruzione della diga a Glori, Molini di Triora, nonostante i lavori fossero già iniziati.

Stefano Michero

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