A 60 anni dalla storica battaglia contro la diga in valle Argentina, il progetto di un nuovo invaso si fa avanti. Il Ministero della Infrastrutture e dei Trasporti ha finanziato una sola progettazione di fattibilità in Liguria per il contrasto alla siccità: una diga sul torrente Argentina.
Un nome generico, visto che non indica direttamente i comuni interessati dal progetto ma che richiama subito alla memoria la diga di Glori (Molini di Triora). Nonostante siano passati molti anni, il ricordo dell'opera che sarebbe dovuta essere e della lotta civile che coinvolse tutto il territorio, oggi tornano di attualità. Quella particolare pagina di storia non ha mai lasciato davvero questa terra: a Badalucco ad esempio se ne trova traccia nel murales realizzato pochi anni fa all'ingresso del paese.
Nel 1963, l'opera doveva essere essere alta 80 metri e con una portata d’acqua di circa 20 milioni di metri cubi. Poi ci fu il disastro del Vajont, 9 ottobre 1963, 1917 morti e chiaramente la popolazione dell'entroterra della provincia di Imperia si oppose temendo che qualcosa di simile potesse verificarsi anche lì. I lavori si interruppero grazie alla protesta popolare ma la diga o almeno la sua idea rimasero. Basta fare un passo indietro al 2014 quando in vallata si diffuse la voce della realizzazione di un nuovo invaso a Glori, questa volta rivisto con una portata inferiore, 30 metri circa. Anche in questo caso ci fu una levata di scudi a Badalucco e di quel progetto si perse ogni traccia.
Oggi i tempi sono diversi e la possibilità di costruire una diga viene giustificata come intervento contro la siccità e per fronteggiare una nuova emergenza idrica legata ai cambiamenti climatici. Un fenomeno vissuto l'anno scorso con severe ripercussioni su tutto il territorio con cittadini e imprese che si trovarono con poca o senza acqua.
Per il momento di una diga in valle Argentina se ne parla solo sulla carta e in modo alquanto generico. L'Ambito di Bacino Appennino Settentrionale, competente per il progetto in provincia di Imperia, è tra gli enti beneficiari della misura economica. Dal MIT sono stati stanziati 19milioni e 841mila euro, con un provvedimento nazionale che indica le infrastrutture idriche di particolare rilevanza strategica e per supportare con progetti di fattibilità, la pianificazione degli investimenti sul medio e lungo periodo.
A distanza di 60 anni prima e 10 anni dopo, la diga in valle Argentina sembra fare un po' meno paura. Complice con uno scenario climatico radicalmente diverso, il progetto del nuovo invaso oggi potrebbe essere accolto o almeno valutato e non rigettato a priori dalle amministrazioni locali.