“Javier era una brava persona, lo era con tutti, allegra, divertente, un buon papà, un buon marito”. È ancora scossa Patricia, la compagna di Javier Miranda Romero, l'uomo che lo scorso 2 novembre è morto per una freccia scagliata con un arco da Evaristo Scalco, in vico Mele.
Non vuole parlare di quello che è successo, Patricia, che la notte in cui si è consumato l'omicidio era in ospedale accanto al piccolo Gustavo Giuseppe, appena nato. “Sto ancora male, non so come sono avvenuti i fatti, non ho ancora avuto il coraggio di vedere i video”, racconta la donna a La Voce di Genova.
Questo pomeriggio durante la seduta del consiglio municipale in Bassa Valbisagno, dove viveva Javier e dove vive Patricia, è stata presentata un'espressione di sentimento dal consigliere della lista Rosso Verde Gabriele Ruocco, nel quale viene sottolineato come quanto accaduto abbia creato “un fortissimo senso di solitudine e frustrazione negli abitanti, non solo del centro storico, ma di tutta la città”. Un documento analogo è stato presentato nei giorni scorsi dalla consigliera Francesca Coppola nel Municipio Centro Est, dove è avvenuta la tragedia.
La seduta è stata sospesa all'arrivo di Patricia alla quale è arrivato il sostegno di tutto il consiglio municipale, in primis dal presidente del Municipio Angelo Guidi che le ha manifestato la propria solidarietà: “Se non l'ho chiamata prima è perché ho rispettato il suo dolore”, le ha detto.
In queste settimane Patricia ha ricevuto aiuto anche economico da parte della comunità peruviana e di quella genovese. Grazie all'interessamento della rappresentante della comunità Patricia Rossi e dell'ex presidente del Municipio Massimo Ferrante, la giovane si è rivolta al social market a Marassi, mentre sono ancora in corso le iniziative di raccolta fondi e di alimenti di prima necessità per il piccolo Gustavo Giuseppe.
“Non me l'aspettavo, sono contenta, - racconta Patricia – la solidarietà non è arrivata da una o due persone, ma sono in tanti ad aiutarmi: la comunità peruviana, la comunità genovese, stanno aiutando molto me e mio figlio, che quando è successa questa disgrazia era nato da due giorni”.
Forse proprio grazie a questa solidarietà, la donna ha deciso che la sua casa resterà Genova. “Da mamma ci tengo a rimettermi in sesto per dare dare un futuro a mio figlio, nonostante la disgrazia, grazie al sostegno di tutti sto trovando il coraggio di continuare a lottare per lui”.
Quello che chiede Patricia, al di là degli aiuti, è giustizia per Javier. “Niente riporterà in vita il mio compagno, adesso devo fare da mamma e papà per mio figlio”, conclude.